ITALIANI, ALLINEATI E COPERTI - Limes

2023-02-28 13:57:29 By : Mr. Admin Prettyhome

Nessuno può perdere, nessuno può vincere Online, in edicola e in libreria

La guerra ha compresso i margini di manovra dell’Italia, costretta a schierarsi senza ambiguità. L’attacco russo all’Ucraina ha cancellato l’illusione che Roma potesse mediare tra Oriente e Occidente. Draghi e Meloni si sono uniformati alla linea euroatlantica.

1. L’I talia ritiene di avere, per propria cultura politico-strategica, una vocazione al dialogo e alla mediazione. Non sono state poche né brevi le fasi della sua recente storia nel corso delle quali i suoi governanti di turno hanno accarezzato il sogno di fare del nostro paese un ponte tra Oriente e Occidente. È successo, ad esempio, durante la guerra fredda, quando Roma sviluppò una propria Ostpolitik nei confronti dei regimi d’Oltrecortina che, se non poteva competere con quella di Bonn, fece comunque arricciare il naso alle amministrazioni americane del tempo. I diari segreti di Giulio Andreotti attestano in più punti quanto fosse difficile svolgere un’azione internazionale di questo tipo senza suscitare sospetti. Vi si dà conto delle frequenti interlocuzioni con l’ambasciata americana di via Veneto, nell’ambito delle quali il defunto statista democristiano si preoccupava di rassicurare il maggiore alleato circa l’effettiva portata delle nostre iniziative 1. A questa tradizione si sarebbe fatto appello anche dopo il crollo del Muro di Berlino e non solo nei confronti di Mosca, ma altresì in scacchieri molto più lontani. A un certo punto, Lamberto Dini immaginò per il nostro paese addirittura un ruolo da battistrada per conto di Washington nei confronti dei regimi con i quali risultava più difficile o inopportuno per gli Stati Uniti avviare dei rapporti diretti, come la Corea del Nord, la Libia o l’Iran: allo scopo di acquisire benemerenze, provavamo a proporci come facilitatori di intese successive 2. 

Più in generale, cercavamo di volgere a favore dell’Italia la nostra ritrosia a individuare avversari e nemici sul palcoscenico della politica internazionale, fingendoci amici di tutti, per ritagliarci una funzione nobile che fosse in grado di elevare il prestigio del nostro paese e della sua diplomazia. In alcune circostanze  funzionò, in altre invece no, risolvendosi anzi in un danno d’immagine ogni qual volta le nostre ambiguità seminassero dubbi circa l’affidabilità dell’Italia.

Sei già registrato o abbonato? ACCEDI

Questo articolo è riservato a chi ha un abbonamento

Attiva l'offerta e potrai leggere da qualsiasi dispositivo:

Tutti i contenuti del sito

Gli ultimi 20 numeri della rivista

Scopri di piú

L’Alleanza Atlantica è il pilastro dell’influenza Usa in Europa, l’unica regione al mondo dove abbiamo alleati a noi consimili. Pentagono e Dipartimento di Stato sopperiscono alle sbandate di Trump. L’indefinibile Ue e i decisivi rapporti bilaterali.

L’ordine unipolare americano sta cadendo a pezzi. Ad abbatterlo sono le sue contraddizioni interne, non Mosca, che però ora si trova dalla parte giusta della storia. Serve un ‘nuovo concerto delle nazioni’ fra Russia, Cina e Stati Uniti.

La lucida follia di Mikheil Saakashvili ha rivelato la crisi di egemonia degli Stati Uniti. I veri obiettivi militari e geopolitici di Tbilisi e di Mosca. La nuova Russia può permettersi di sfidare la Nato. Verso un mondo post-americano?

Nessuno può perdere, nessuno può vincere Online, in edicola e in libreria