Facciate in calcestruzzo faccia a vista: produzione edilizia, degrado e recupero | Articoli | Ingenio

2023-02-28 14:01:55 By : Ms. Echo Guan

La sperimentazione delle diverse metodiche di autoriparazione per i materiali cementizi presenta un panorama della ricerca ampio ed articolato. La riflessione che se ne trae è che l'economia delle costruzioni ha ampliato le proprie prospettive, valutando la durabilità dei materiali e dei modelli tecnologici nei costi globali di costruzione che vengono computati lungo tutto l'arco della vita utile dell'edificio e non solo nel momento iniziale della costruzione.

La consistenza materica del calcestruzzo non evoca certamente, come prima suggestione, il concetto di bello; piuttosto richiama all’immagine della funzionalità scarna ed essenziale delineando un campo d’applicazione in tal senso sostanziale e circostanziato, individuabile nei limiti della necessità tecnologica o di alcune tendenze minimaliste dell’architettura contemporanea.

Eppure è proprio dagli approfondimenti che la tecnologia dell’architettura ha messo in atto su questo materiale, che in origine generava superfici scabre e irregolari e in tal senso particolarmente idonee alla costruzione di elementi strutturali, che sono state sperimentate miscele dalle caratteristiche complesse ed avanguardistiche appositamente studiate per generare superfici d’involucro con prestazioni di altissimo livello, che non solo assolvono a tutte le esigenze di stabilità e protezione della parete, ma sono in grado di assumere connotazioni estetiche accattivanti ed innovative, aprendo ai progettisti nuove frontiere nell’ideazione delle facciate.

D’altro canto, però, se ciò vale per le progettazioni in fieri, sempre più connotate dalla ricerca di una qualità materica ed estetica, nonché di una essenzialità funzionale fondata sul concetto di economia circolare dei componenti, ben altro è lo scenario che emerge dalla ricognizione del patrimonio edificato nel corso del ventesimo secolo, allorquando la scelta delle superfici in calcestruzzo lasciate a vista, camminava di pari passo con una competenza tecnologica sulla vulnerabilità e durabilità di tale materiale ancora in corso di validazione.

Il profilo della ricerca sul calcestruzzo come materiale esplicito di finitura superficiale, si sviluppa pertanto secondo una duplice direzione d’indagine: la prima segue la sperimentazione e lo sviluppo delle tecnologie per i materiali delle nuove costruzioni, nel mentre l’altra si appunta sul recupero del patrimonio esistente, analizzando puntualmente la mappatura del degrado, individuandone le cause endogene ed esogene, ma soprattutto elaborando un processo di intervento manutentivo o di recupero, stabile e qualitativamente appropriato e compatibile.

Il mix design dei calcestruzzi finalizzati alla composizione di facciate o di apparati decorativi superficiali di nuova realizzazione, viene progettato al fine di ottenere miscele che siano più leggere e che determinino superfici finite più lisce rispetto ai calcestruzzi strutturali; in tali miscele frequentemente vengono inseriti additivi che migliorano le prestazioni e la consistenza della superficie finita, nonché pigmenti policromi che caratterizzano il colore superficiale e le sue variazioni.

Allorché il calcestruzzo diviene materiale prettamente superficiale, esso assume infinite consistenze e caratteristiche grazie anche alla commistione con inerti di natura specifica, come vetro, maiolica, minerali policromi, polimeri o legno per comporre paramenti di facciata sempre più elaborati e funzionali, implementando il valore estetico del materiale.

Oltre al tradizionale getto in cassaforma, il paramento in calcestruzzo può essere realizzato anche mediante la composizione di elementi prefabbricati in blocchi, pannelli o lastre, di forme e dimensioni ampiamente variabili. Laddove la configurazione dei volumi architettonici si presenti particolarmente ampia e complessa, con casseforme articolate geometricamente e volumetricamente, i getti vengono effettuati in loco e trattati con strati che realizzano una pellicola superficiale protettiva omogenea.

Tal modo di procedere consente una migliore resa delle finiture, riducendo sia i costi di realizzazione sia il rischio di fessurazioni dovuto alle vibrazioni del trasporto. Le nuove frontiere dei paramenti in calcestruzzo consentono di articolare le forme degli involucri architettonici con modellazioni più versatili che, a differenza delle superfici essenziali del secondo dopoguerra, si inseriscono con equilibrio e armonia nei contesti urbani più diversi.

Difatti, sia che ci si trovi in un centro storico, sia che ci si inserisca in un ambiente naturalistico, le variazioni cromatiche, il trasformismo estetico delle superfici variamente trattate e finite e l’alta compatibilità delle miscele idrauliche con le installazioni erbose, consentono ai progettisti di comporre sistemi edilizi in armonia ed equilibrio con il costruito pregresso. Le scelte progettuali che inseriscono il calcestruzzo a faccia vista nell’edilizia comune, monumentale ed accessoria, non si limitano all’uso per le facciate esterne, ma spaziano in una serie di possibilità che riguardano anche le finiture interne, dalle pavimentazioni ai rivestimenti murali, per investire finanche il campo dell’arte e della decorazione parietale.

A fronte dei vantaggi estetici e dell’ampia gamma d’usi possibili sperimentati e sperimentabili, si pone sempre la questione del ripristino in presenza di fratturazioni o danneggiamenti che, con questo materiale, deve sempre essere elaborata con l’opportuno supporto scientifico, ossia mediante l’utilizzo di malte da ripristino che presentino anzitutto il medesimo modulo elastico e range di ritiro del materiale originario e che siano chimicamente equivalenti e pertanto compatibili.

Sull’uso delle malte da ripristino, tema ampio e complesso, si tratteranno in seguito ulteriori approfondimenti. In ragion del vero questo materiale è generalmente più resistente degli altri comuni materiali da rivestimento ma una buona resa, ad esempio per ciò che concerne i pannelli, dipende dalle modalità d’esecuzione dello stampaggio: difatti il getto per i componenti (piastre, piastrelle, pannelli) destinati allo stesso sistema edilizio è opportuno che sia eseguito senza soluzione di continuità e che abbia caratteristiche chimico fisiche omogenee.

Particolare attenzione va posta nella colorazione della miscela che, seppur si modifica ad essiccazione avvenuta, è opportuno che provenga dalla medesima composizione, per garantire l’uniformità del tono cromatico.

Una volta ottenuti i componenti cementizi per l’assemblaggio degli involucri, si avvia il delicato processo di montaggio che richiede un’esecuzione a regola d’arte che tenga principalmente conto delle connessioni con gli elementi strutturali in fase di esecuzione, e un mantenimento delle condizioni originarie garantito da una manutenzione ordinaria costante e meticolosa: difatti a fronte di una gradevolezza estetica sicuramente accattivante in fase d’esecuzione si può pervenire, poi ad una degenerazione ossidativa che, a differenza dei materiali naturali, non aggiunge patina accattivante alla materia ma le sottrae valori estetici e formali. Il calcestruzzo a vista vecchio e degradato, privo della lucentezza iniziale, svilisce l’immagine dell’architettura e suggerisce il senso dell’obsolescenza dell’immobile.

Manutenzione e cura sono in tal senso cardini essenziali della ricaduta sui costi di gestione progettuale della scelta del calcestruzzo faccia a vista per la composizione degli involucri edilizi. In tal senso, la corretta esecuzione del montaggio è fondamentale per una ricaduta funzionale sulla vita utile dell’involucro.

Come già ampiamente detto il calcestruzzo faccia a vista sta assumendo sempre più un ruolo preponderante nel design dell’architettura contemporanea in virtù, non solo della qualità estetica ottenibile dalle nuove miscele appositamente studiate, ma anche di un processo di sistema complementare rigoroso e scientifico che elabora complesse configurazioni delle casseforme da getto e per prefabbricati, idonee alla realizzazione di qualsivoglia forma e volume.

La nostra attenzione però si appunta in particolare sulla formulazione delle miscele più adatte alla formazione delle pareti a vista, ancora non rigorosamente inquadrate in sistemi normativi o procedurali specifici e finalizzati. Sebbene la normativa europea non abbia ancora codificato un protocollo dettagliato che sistematizzi l’ampia gamma di offerta di materiali sperimentati e messi a punto dalla ricerca delle aziende che operano nel campo dei conglomerati cementizi idonei per la produzione di pareti a vista, una regolamentazione ci viene dall’Istituto tedesco per la standardizzazione (Deutsches Institut für Normung – DIN) con la norma DIN 18217:1981-12, inclusa nel Manuale DIN 5, che si applica alla superficie del calcestruzzo in opera e ai componenti prefabbricati in calcestruzzo, ma non ha come obiettivo quello di indirizzare verso scelte di natura estetica. D’altro canto tale norma risale a più di quarant’anni fa e sicuramente non può tener conto dell’accelerazione che la tecnologia per il design delle superfici in calcestruzzo ha impresso alla produzione dei materiali specifici.

Approfondimenti ed indicazioni finalizzati ad ampliare ed integrare in tale senso la norma suddetta, ci pervengono dall’opuscolo DBV 47 "Progettazione, gara ed esecuzione del calcestruzzo a vista - Contesto e spiegazioni per la scheda tecnica DBV/VDZ calcestruzzo a vista" pubblicato nell’aprile del 2022 a cura del DVB - Deutscher Beton- und Bautechnik-Verein E.V. (Associazione tedesca per il calcestruzzo) che cataloga le miscele in quattro classi, basandosi su un parametro d’ordine qualitativo.

La schematizzazione inclusa nel fascicolo delinea le caratteristiche di classi di calcestruzzi appositamente studiati per la realizzazione delle facciate in funzione degli obiettivi funzionali ed estetici richiesti e orienta i progettisti nel complesso ed articolato mondo dell’offerta dei materiali, consentendo di analizzare le schede tecniche degli stessi nell’ambito specifico delle prestazioni attese. Tali indicazioni rientrano comunque nei parametri normativi che indicano i requisiti indispensabili per la realizzazione di un faccia a vista di qualità.

Il prerequisito essenziale risiede nelle caratteristiche dei due fattori primari per la realizzazione della facciata: la miscela, dettagliata nella specificità dei suoi componenti individuati per qualità, misura e proporzioni e la cassaforma o pannellatura di riferimento che definisce la caratterizzazione formale della superfice finita.

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Nel proseguo si parlerà delle cause di degrado delle superfici faccia a vista, dei difetti di posa, di degrado chimico e dei vari sistemi di recupero.

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Architetto, PHD, docente a contratto

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