La veneziana Polplastic investe in nuovo stabilimento polacco - Nord Est Economia

2023-02-28 14:00:53 By : Mr. Jay Zhai

Per il gruppo veneziano, specializzato in stampaggio e verniciatura di materie plastiche, il mercato polacco è strategico: «Non essere lì è come tarparsi le ali»

«Non essere in Polonia nel settore dell’auto e del bianco è come tarparsi le ali». Il mercato polacco è strategico per Polplastic, gruppo veneziano (65 milioni di fatturato consolidato nel 2022) specializzato in stampaggio e verniciatura di materie plastiche, che in Bassa Slesia sta investendo otto milioni di euro in un nuovo stabilimento che sarà operativo entro la metà del 2023.

L’azienda in Veneto ha due unità produttive: la sede legale e operativa con lo stampaggio ad Arino di Dolo e la verniciatura a Santa Maria di Sala. Più partecipazioni in altre società con sedi produttive in Emilia, Umbria e Lombardia. Mentre in Polonia, che rappresenta circa il 7/8% del giro d’affari, il Gruppo è presente con la controllata Vega Polska, nata con l’acquisizione nel 2020 di un ramo d’azienda della società bolognese Vegaplast.

Se fino ad oggi Polplastic in Polonia operava con una società commerciale con produzione in outsourcing a terzisti locali, adesso nella Zona Economica Speciale (ZES) di Breslavia è in allestimento un impianto di stampaggio in-house. E in prospettiva, fra qualche anno, sarà avviato anche un reparto verniciatura. Così da gestire direttamente la produzione per i clienti in vari settori, multinazionali automotive e degli elettrodomestici in testa.

«La scelta di investire in Polonia non è una delocalizzazione, perché l’unità produttiva di Breslavia processerà gli ordini che non potrebbero essere lavorati nei nostri impianti veneti, in quanto i costi della logistica affosserebbero l’economicità di servire i mercati dell’Europa orientale esportando dall’Italia», precisa il direttore finanziario di Polplastic, Pierpaolo Urbinati.

L’operazione, che porterà a decuplicare gli addetti in Polonia a oltre 50 unità, è supportata dalla finanza regionale per l’internazionalizzazione delle imprese di Finest, che partecipa con una quota del 25% nel capitale della newco polacca sostenendo l’accesso al credito per l’investimento. «La Polonia è il paese più avanti industrialmente in Europa centro-orientale, un’economia calda con un tasso di crescita sostenuto da anni, tant’è che l’elevato tasso d’inflazione polacco, a differenza di quello italiano, è determinato anche dalla vivacità della domanda interna», osserva Urbinati.

«È un paese con storia e cultura industriali, il livello delle imprese è alto, i collegamenti logistici sono in genere molto buoni, la regione di Breslavia nel sudovest ha in particolare ottime infrastrutture, l’amministrazione finanziaria è efficiente, e nelle ZES si possono ottenere anche contributi importanti se si fanno investimenti per creare lavoro». Mentre il costo del lavoro basso non è più un driver: «Anzi, ci sono settori dove la manodopera costa come in Italia, se non di più – puntualizza Urbinati – e la ricerca del personale è complessa anche per la difficoltà di reperimento in un mercato del lavoro molto dinamico e con un tasso di disoccupazione tra i più bassi in Europa, anche se c’è comunque un importante serbatoio di personale ucraino. Così collaboriamo con due istituzioni di formazione locali, una scuola di grado superiore-universitario e un istituto professionale, da dove attingere personale».

Automotive ed elettrodomestici sono settori portanti dell’economia polacca, per la quale Fitch ha recentemente confermato il rating A con outlook stabile, nonostante si preveda Pil 2023 limitato a +1,1%, calo della domanda e inflazione. Punti di forza sono la resilienza agli shock esterni, la diversificazione industriale e costi più bassi del gas. «Quest’anno, dopo anni di boom, il bianco soffrirà anche in Polonia, per costi delle materie prime e alcune trasformazioni, come per esempio l’acquisizione da parte dei turchi di Arçelik delle operazioni EMEA di Whirlpool, che potrebbero impattare sulla filiera dei fornitori», nota Alessandro Saglio, direttore di Confindustria Polonia. «In ripresa invece l’auto, quindi possibile compensazione per chi lavora per entrambi i settori».

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